Trovare la propria voce fotografica: i consigli di Sara Lando
Venerdì 12 marzo 2021 ho assistito a un interessante workshop online dal titolo “Trovare la propria voce fotografica”.
Il webinar tenuto da Sara Lando si è svolto nell’ambito del ciclo di incontri organizzati dalla Fujifilm School.
Il tema affrontato è molto interessante: trovare la propria voce autoriale in fotografia, riuscire a distinguersi dagli altri e farsi riconoscere per il proprio stile fotografico.
In questo articolo voglio riassumere gli appunti che ho preso durante questo appuntamento.
Li organizzo come al solito sotto forma di takeaways, cioè brevi concetti chiave da portare a casa.
Se la fotografia è un linguaggio, se volete scrivere dovete prima iniziare a leggere. Un bravo scrittore è prima di tutto un bravo lettore. Leggere bene, vi fa scrivere meglio. Quindi guardare e analizzare le fotografie di altri può aiutare a fotografare meglio.
Voce fotografica
Cos’è la voce fotografica? È l’insieme delle caratteristiche delle foto che ci rendono riconoscibili rispetto agli altri.
Avere una voce non vuol dire fare le foto tutte uguali. Io posso usare la mia voce in modo diverso a seconda delle circostanze. In alcuni casi posso sussurrare e in altri urlare. Ma ci deve essere coerenza.
La coerenza è importante: c’è differenza tra avere uno stile, usare una tecnica e avere una voce autoriale.
Immagini singole vs serie fotografica
Cercando la propria voce conviene iniziare a ragionare sul fatto di provare a scattare delle serie di foto invece che solo immagini singole. È utile cercare di approfondire un lavoro, lavorare a una serie a medio-lungo termine.
È un po’ come la differenza tra fare speed-dating o uscire per mesi con la stessa persona o sposarla. È più facile conoscere una persona passandoci del tempo insieme rispetto a parlarci solo in uno speed date.
Differenza tra talento e skill
Il talento o ce l’hai o non ce l’hai. Ma lo skill è una cosa su cui puoi lavorare. Anche il talento (qualcosa che vi viene bene, per cui avete un’inclinazione) va allenato. Se al talento aggiungete l’esercizio allora avrete dei superpoteri.
Passione vs entusiasmo per la fotografia
La passione è una cosa egoistica. È una cosa che mi piace e la voglio. Ma la passione è totalizzante, non lascia spazio ad altro. Meglio invece l’entusiasmo, il condividere qualcosa con qualcuno. Permette di fare strada più velocemente. È importante trovare il proprio scopo, i propri punti di forza e metterci il lavoro che serve per farli fiorire. Quindi trovare quello che si ama e farlo, ma farlo anche per qualcun altro, non solo per noi stessi.
Limiti e regole nei progetti fotografici
I progetti personali sono molto importanti. Nei progetti ci vogliono però limiti e regole.
La creatività è fatta di limiti. Avere troppa libertà ci paralizza.
Come scegliere il tema del progetto
Come produrre un’idea per un progetto fotografico? Sara Lando ha creato una sua personale formula matematica per avere idee.
Idea = [ (input + tempo) / social media ] x scimmie
Input: è tutto quello che entra da qualsiasi senso (quello che vedo, quello che sento, ecc.). Sono le persone con cui parliamo, le esperienze che facciamo, le foto che vediamo, ecc. Più gli input sono diversificati, meglio è.
Tempo: è il tempo dedicato alla fotografia, che deve deve essere più alto del tempo passato sui social media. È più importante vivere una vita ricca per avere idee.
Scimmie: le scimmie sono le nostre ossessioni. Sono le cose che ci interessano davvero tanto. Le cose a cui pensiamo appena ci svegliamo la mattina e le cose a cui pensiamo alla sera quando andiamo a dormire. È quello a cui pensiamo sempre. Può essere anche una cosa stupida. È una cosa di cui sappiamo veramente tutto, di cui conosciamo ogni sfumatura.
Quello che ci interessa sinceramente, sicuramente interessa anche agli altri. Se facciamo foto di qualcosa che ci interessa, sicuramente interessa anche agli altri.
Come trovare le nostre passioni? Un consiglio è quello di prendere un foglio, attaccarlo alla porta e ogni giorno scriverci tutto quello che ci piace. Dopo un po’ di tempo, quando il foglio sarà pieno, riguardare le varie cose scritte e selezionare quello che ci piace veramente tanto.
Pattern: altra cosa utile per trovare idee è guardarsi indietro, iniziare a cercare dei pattern (degli elementi ricorrenti) nelle proprie foto passate.
Scegliendo il progetto, non cercate di essere originali. Tutto è già stato fatto, probabilmente anche meglio. Meglio essere onesti: non c’è niente di nuovo sotto il sole, ma non c’è nessuno esattamente come te.
Altro consiglio per scegliere un progetto fotografico è stare sul semplice. Un progetto non deve per forza essere qualcosa di traumatico. Può essere anche ad esempio una serie di ritratti fatti a tutte le donne della mia famiglia con dei primi piani in modo fa far vedere quanto siamo simili.
Un buon progetto può essere riassunto in una domanda.
Bisogna essere specifici nel definire i progetti fotografici. La definizione farà da bussola.
Il progetto deve essere realistico e compatibile con la propria vita. Bisogna essere realistici, avere chiari i propri mezzi e i propri limiti prima di partire.
Altro consiglio è partire da vicino. Non ha senso andare dall’altra parte del mondo per fare delle foto. Cominciate da quello che avete attorno. Anche perché le cose della nostra vita le conosciamo meglio, parliamo di queste cose da esperti. Parlate di quello che sapete, di quello che vi interessa.
Lavorare alla serie fotografica
Dall’inizio bisogna aver già chiaro che piattaforma useremo, nel senso di come pensiamo di condividere il progetto: con una mostra, un libro, un calendario o altro.
Il cosa e il perché prima del come. Cosa voglio dire e le mie motivazioni devono venire prima del come realizzerò le foto. Il come fare le cose è una funzione di cosa volete dire, avi vi state rivolgendo e perché lo state facendo.
È importante definire le proprie priorità e i propri limiti. Capire i valori su cui si fonda la nostra fotografia. Capire cosa ci rappresenta. Questo diventa la nostra bussola. Sono cose che dobbiamo seguire nel nostro progetto.
Poi occorre prendere i valori che abbiamo definito e metterli al servizio degli altri.
Molto importante anche essere dei bravi producer. Sono i lavori noiosi che tengono in piedi un progetto al ungo termine. È sempre utile farsi un foglio Excel con tutti i dati delle persone coinvolte nel progetto, degli indirizzi, dei numeri di telefono. I progetti funzionano anche grazie a queste cose noiose, che è però importante fare.
Pubblicare il progetto
Quando il progetto è finito e decidete di pubblicarlo, dovete pensare a chi volete che lo veda. La mostra non è l’unica soluzione.
Editing: scegliere le foto che faranno parte del progetto è una parte difficile. Può essere utile farsi aiutare da qualcuno.
Scegliere cosa eliminare dal progetto è tanto importante quanto scegliere cosa includere.
Kill your darlings: eliminare foto che a noi piacciono ma che non funzionano insieme alle altre è fondamentare.
Bisogna lasciare da parte il proprio cuore.
Nell’editing bisogna darsi del tempo, fare riposare il progetto prima di riguardarlo.
Riferimenti
Il sito di Sara Lando: http://www.saralando.com
La scheda dell’incontro della Fujifilm School https://seelearn.eu/fujifilm-school/2021/01/08/sara-lando-voce-fotografica/